Con la legge sul Whistleblowing, i lavoratori pubblici e privati (compresi collaboratori e professionisti che operano per la PA) che segnalano o denunciano violazioni del diritto dell’Unione Europea e delle normative nazionali in ambito lavorativo possono procedere in totale anonimato.
A tale scopo, tutte le aziende devono dotarsi di piattaforme digitali capaci di garantire l’anonimato nelle denunce sporte dai propri dipendenti, per evitare possibili ritorsioni. Vediamo in dettaglio.
Il termine whistleblowing indica la segnalazione anonima di illeciti o comportamenti scorretti o non etici che avvengono all’interno della propria organizzazione, effettuata n modo confidenziale e tutelata dalle leggi sulla privacy.
Non solo frodi e abusi, dunque, ma anche discriminazioni di varia natura e gravità, attività illegali, non etiche o comunque controverse si cui si è venuti a conoscenza e che si sono realizzate all’interno di organizzazioni.
Il riferimento di legge più recente sulla materia è il Dlgs 24/2023, che ha ampliato le tutele per chi effettua segnalazioni di illeciti introducendo l’obbligo di piattaforme informatiche interne per sporgere denuncia.
La Direttiva UE sul Whistleblowing di riferimento si applica a imprese del settore privato, autorità pubbliche e organizzazioni senza scopo di lucro.
Dal 17 dicembre 2023 devono risultare conformi alla disciplina sul Whistleblowing enti pubblici e privati con almeno 50 dipendenti e le amministrazioni statali, regionali e comunali con oltre 10.000 abitanti.
La tutela è prevista dal Dlgs 24/2023, che opera in recepimento della sopra citata Direttiva UE, e consiste nel garantire la riservatezza dell’identità della persona che compie la segnalazione (whistleblowing), della persona coinvolta e di quella menzionata nella segnalazione.
Resta anonimo anche il dettaglio dei dati relativi al contenuto della segnalazione e della relativa documentazione.
Tutto questo è possibile tramite un’apposita procedura web interna per inviare le denunce o segnalazioni. In casi particolari si può ricorrere al canale di segnalazione esterno (ANAC) ed anche alla divulgazione pubblica, quando non addirittura alla denuncia presso l’Autorità giudiziaria.
Le segnalazioni possono riguardare comportamenti, atti oppure omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione o ente – come ad esempio gli illeciti amministrativi e contabili ma anche civili e penali – oppure le condotte di cui al Dlgs 231/2001.
Come previsto dal decreto legislativo n.24 del 10 marzo 2023, anche le PMI sono tenute ad attivare un canale interno per la trasmissione e gestione delle segnalazioni.
Le imprese devono dotarsi di un canale digitale interno per raccogliere le denunce e la documentazione allegata, garantendo la piena riservatezza sulla sua identità.
Il ricorso ad ANAC avviene se il whistleblower segnala l’illecito tramite canale interno senza riscontro, oppure in presenza di rischi elevati di ritorsione.
Le segnalazioni possono riguardare violazioni di natura amministrativa, contabile, civile o penale, comportamenti illeciti in base ai criteri del decreto legislativo 231/2001 o da leggi nazionali e regolamenti UE specifici dei vari settori di attività.
La segnalazione di illecito lavorativo deve riguardare:
Le disposizioni non si applicano (art. 1, comma 2, dlgs 24/2023):
Come segnalare un illecito in azienda
Il primo obbligo per i datori di lavoro pubblici e privati è quello di mettere online una piattaforma di segnalazione che protegga la riservatezza dell’identità e i dati personali di chi denuncia le condotte illecite rientranti nel campo di applicazione della norma.
Il dipendente che si collega alla intranet aziendale deve poter trovare una funzione adatta allo scopo e il trattamento dei dati e la documentazione legata alle segnalazioni dovranno essere gestite nel rispetto del GDPR.
ABRUZZO
TOSCANA
Link utili
Sportello Digitale Regione Abruzzo
SIU Portale Formazione Regione Abruzzo
SIILS Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa
LABORATORI DI RICERCA